VIII Convegno sul Cineturismo
A ISCHIA L’OTTAVO CONVEGNO NAZIONALE SUL CINETURISMO
[Ischia 9 luglio 2010] Si è chiuso positivamente il convegno nazionale sul Cineturismo, svoltosi il 9 luglio nell’ambito dell’ottava edizione dell’Ischia Film Festival, unico Festival cinematografico internazionale dedicato alle location. Il convegno è stato aperto nel suggestivo scenario del Castello Aragonese di Ischia Ponte da due tra i massimi esperti internazionali sul fenomeno: Sue Beeton, docente alla School of Management di Melbourne e autrice del primo testo definitivo dedicato al cineturismo (Film induced tourism), e Simon Hudson, docente alla University of South Carolina e autore di numerosi testi sul turismo tematico e sul marketing turistico.
Sue Beeton ha presentato un intervento dal titolo Illusions, Dreams and Tourists: theme parks and movie ranches. Già negli anni ’30 i set usati per i film western, i cosiddetti movie ranches, attiravano turisti alla ricerca degli ambienti delle storie che li avevano emozionati. Questi sono stati poi sostituiti dai parchi tematici, primo fra tutti Disneyland, che nel ’55 ha inaugurato la serie di questi spazi, inizialmente pensati per ricreare per il pubblico l’atmosfera degli studios, ma che con il passare del tempo hanno fatto della loro natura di luogo irreale il loro punto di forza attirando il pubblico alla ricerca di una consapevole illusione. Simon Hudson si è soffermato su casi oggi non più anomali. Springfield, nello stato del Vermont, ad esempio, è solo una delle diciassette cittadine con questo nome esistenti negli USA ma è quella che per prima si è auto-attribuita il titolo di città originale della famiglia Simpson. Inoltre, anche i vecchi film o quelli nei quali il luogo assume nella drammaturgia connotati talvolta minacciosi possono attrarre turisti: è il caso “Incontri ravvicinati del terzo tipo” di Steven Spielberg (che ancora porta visitatori verso la Devil’s Tower, nel Wyoming) e del film noir “In Bruges”.
La seconda sezione del convegno, dedicata agli studi nazionali, è stata aperta da un graffiante intervento di Francesco Di Cesare, docente di Marketing del Turismo presso l’Università Ca’ Foscari, che, in controtendenza rispetto a coloro che si limitano a presentare casi di successo non supportati da dati certi, ha messo in evidenza come di fatto in Italia si continui a parlare tanto di cineturismo ma si attuino ben poche azioni concrete. Non basta infatti stampare una “movie map” per realizzare un circuito cineturistico efficace. E’ necessario creare un circolo virtuoso di collaborazione tra produzioni audiovisive, le DMO e le film commission, oltre che a una preparazione adeguata del territorio. L’intervento di Andrea Piquè ha preso in considerazione i risvolti giuridici che possono avvenire quando il luogo diegetico, quello della rappresentazione filmica, non corrisponda alla realtà. Un film ad esempio può essere ambientato in Maremma ma di fatto essere girato nelle pampas argentine (è il caso della fiction di Cinzia TH Torrini ora in lavorazione) e provocare, oltre a un consistente mancato guadagno per il territorio toscano, il disorientamento dello spettatore che va alla ricerca di un luogo che di fatto non esiste. In quest’ultimo caso, se il viaggiatore non viene informato, può essere tutelato dalle carte dei diritti del turista previste dall’art.4 della legge quadro sul turismo 135/2001.
Giovanni Ruggeri, presidente dell’OTIE (Osservatorio Turistico delle Isole Europee), ha analizzato le potenzialità e i rischi del cineturismo nelle isole. Un isola infatti, per la sua conformazione e la sua posizione presenta degli equilibri delicati, che una strategia cineturistica adottata per la terraferma potrebbe sconvolgere. Giampiero Perri, direttore generale dell’APT Basilicata, ha portato il caso del film “Basilicata coast to coast”, di Rocco Papaleo, supportato dalla regione lucana con il fine di valorizzare un territorio che già con “The Passion” di Mel Gibson aveva registrato grandi affluenze di stranieri nel suo capoluogo.
Elisa Boltri, responsabile Product Placement Cattleya, ha presentato in anteprima ai partecipanti del convegno, il promo e alcune sequenze del film “Benvenuti al sud”, con Claudio Bisio, remake italiano del film francese record d’incassi “Giù al Nord”. Questo film è uno dei primi casi italiani dove è stata attuata una strategia di location placement, ovvero, di voluta promozione del territorio attraverso la sceneggiatura, scritta appositamente per quei luoghi, e che rende protagonisti del racconto cinematografico le persone, le tradizioni, i prodotti tipici di località campane più o meno famose.
Mariasole Mautone, presidente del Campania movie tour, ha esposto il caso dei movie tour per i luoghi di Un posto al sole, la soap più famosa d’Italia mentre Elina Messina, studiosa di cineturismo, ha invece sottolineato l’occasione persa per “New Moon”, secondo capitolo della celeberrima saga “Twilight” ambientato, nel racconto, a Volterra e girato, nella trasposizione filmica, a Montepulciano. Queste cittadine, a parte alcune goffe iniziative di merchandising ispirato al film, non hanno saputo né attuare iniziative efficaci di promozione, né accogliere la valanga di fan della saga che hanno sostanzialmente travolto il territorio.
Infine, Ivano Fucci, titolare dell’agenzia Occhi di Ulisse e location manager per il mercato indiano, ha presentato quella che potrebbe essere una nuova occasione per le risorse del nostro territorio: l’India.
Di fatto le produzioni di Bollywood, tra le più grandi al mondo, si stanno spostando da anni al di fuori del paese asiatico per cercare location “esotiche”. Alcuni esperimenti sono già stati fatti in Italia attraverso film di enorme successo in India. A dimostrazione di come questa sia una reale opportunità, Fucci ha mostrato come la Svizzera, diventata la metà europea preferita dal pubblico indiano attraverso il cinema, abbia saputo accogliere i nuovi visitatori con una strategia di marketing mirata e attenta alle loro esigenze, realizzando, ad esempio, sulle vette le vette dei monti di Interlaken ristoranti con cucina e gusto indiani.
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