Il bilancio del decimo convegno sul Cineturismo
di Francesco Monticelli
l’8a Borsa delle Location e del Cineturismo
3-5 Luglio 2012 Ischia
Era il lontano 2003 quando il direttore artistico dell’Ischia Film Festival Michelangelo Messina coniò il termine “Cineturismo”.
Il neologismo ha spento le prime 10 candeline nella sua amata Ischia, durante l’8a Borsa delle Location e del Cineturismo, svoltasi dal 3 al 5 luglio 2012.
Il primo evento in programma, il X Convegno Internazionale sul Cineturismo, ha fatto il punto sulla situazione del non più così recente fenomeno turistico e socio-culturale, focalizzando l’attenzione sul contesto nazionale e sulle problematiche e le prospettive del location placement.
In un mondo in cui la sinergia fatica a decollare, la BILC e l’isola di Ischia rappresentano metaforicamente l’ancora di salvataggio nel mare magnum di amministrazioni, enti locali, produzioni cinematografiche e Film Commission.
Un momento di dialogo e confronto quanto mai importante in ottica futura. Solo con l’intesa fra gli attori coinvolti è possibile, in effetti, superare la crisi che ha minato profondamente il settore culturale e non solo.
Il direttore Michelangelo Messina ha aperto il X Convegno, moderato da Ivano Fucci di Occhi di Ulisse, presentando i temi chiave della discussione: «fare il punto della situazione, scambiare esperienze e raccontare quale futuro e quali prospettive sono legate al turismo cinematografico». Il direttore ha altresì sottolineato la rilevanza del mezzo audiovisivo per il settore turistico, sostenendo l’esistenza di una sinergia positiva tra cinema e territorio.
La parola è poi passata ad Alberto Contri, Direttore generale della Lombardia Film Commission, il quale ha presentato gli sforzi e le azioni intraprese dalla Film Commission per recuperare il terreno perso da quella che in passato non era una delle più performanti del paese.
Dal momento che il settore ha a disposizione sempre meno fondi, la chiave fondamentale diventa lo sbroglio della matassa burocratica, in primis la permessistica. La Lombardia Film Commission può vantare oggi una serie di servizi tecnici e facilitazioni che costituiscono un risparmio notevole per la produzione, a partire dall’assistenza logistica e alberghiera.
La Film Commission, infine, ha compreso appieno le potenzialità del location placement, proponendo e segnalando ai produttori delle storie possibili ed interessanti che si inseriscono perfettamente nel territorio lombardo. Il territorio, in definitiva, deve dialogare con la storia, diventando anch’esso protagonista.
Raffaella Del Vecchio, Product Manager dell’Apulia Film Commission, ha illustrato il lavoro e l’esperienza maturata dalla propria Film Commission nei 5 anni di attività.
Il Film Fund a disposizione per il 2012 è incrementato fino a raggiungere i 3 milioni di euro, declinato in 3 tipologie distinte: National, International e Ospitalità (nazionale ed internazionale, con fondi FESR europei).
La mission dell’Apulia Film Commission rivolge sempre di più l’attenzione allo sviluppo di un’industria locale indipendente ed efficiente, puntando sulle proprie maestranze. Il tutto senza dimenticare la qualità dei servizi finora offerti e l’importanza della Film Commission quale mediatrice fra le istituzioni locali e le produzioni audiovisive.
L’intervento si è concluso con due interessanti testimonianze: la collaborazione con Bollywood e la delocalizzazione che ha portato il regista Daniele Ciprì a girare il proprio film “E’ stato il figlio” nella città di Brindisi. La narrazione, infatti, si sviluppa diegeticamente a Palermo.
Con l’usuale spontaneità e sincerità, l’intervento successivo ha visto una Anna Olivucci, Responsabile di Marche Film Commission e Vicepresidente del Coordinamento Nazionale delle Film Commission italiane, amareggiata e demoralizzata.
La Dott.ssa Olivucci sostiene che il buon operare delle Film Commission e l’indotto economico che generano sul territorio spesso non costituiscono la motivazione principale che fa muovere gli amministratori locali, i quali sono spesso mossi puramente da interessi politici. A mo’ di esempio è stato citato il recente caso della Friuli Venezia Giulia Film Commission, delegittimata internamente dall’amministrazione locale.
L’intervento ha poi spostato l’interesse verso il concetto di location sociale, non più semplice elemento paesaggistico ma «luogo emblematico dove il tempo si addensa nello spazio e il luogo diventa speciale». Tale elemento segna la rinascita del cinema sociale, un cinema che ci aiuta a capire e non a dimenticare.
Vittorio Giacci, Presidente ACT Multimedia (Accademia del Cinema e della Televisione), ha esordito con le seguenti parole: «il luogo, assieme al tempo, è una caratteristica determinante e fondamentale del cinema. L’averlo riscoperto anche per ragioni turistiche può essere essenziale perché rivalorizza l’essenza stessa del cinema».
Il Presidente ha, inoltre, evidenziato la necessità non solo di valorizzare i luoghi, ma di esaltare al contempo l’eccellenza italiana. Per ottenere dei prodotti di qualità è doveroso lavorare sullo sguardo d’autore. Quando lo sguardo è d’autore, difatti, il luogo rimane «impregnato» per sempre da un determinato audiovisivo (basti pensare alla Fontana di Trevi) e l’immagine permane nel ricordo dello spettatore.
Il cinema, in definitiva, può essere considerato un patrimonio straordinario che fissa la memoria, e la vita stessa, oltre la morte.
Il Convegno Internazionale sul Cineturismo, come indica il nome stesso, ha sempre guardato con curiosità tutto il mondo al di fuori dei confini italiani, con l’intento di identificare le best practice e i case study degni di attenzione.
Anna Irimias, Professore associato della Budapest University College of Communication, Business and Arts, ha esordito facendo notare il primo legame evidente fra cinema e turismo: le produzioni stesse appartengono al cosìddetto turismo business, un categoria di turista molto redditizia.
L’Università di Budapest ha studiato a fondo il fenomeno del Cineturismo, definendolo un settore economico chiave per lo sviluppo della città. Se i motivi per scegliere Budapest sono tanti (incentivi fiscali, cambio, infrastrutture, professionalità, assistenza ecc…) sorprende il fatto che l’amministrazione non sia interessata a stipulare accordi di pre-produzione al fine di menzionare la città di Budapest per lo meno nei crediti finali.
Tornando in Italia, Andrea Camesasca, delegato al turismo per la Camera di commercio di Como, ha presentato la 1a edizione di “Le stelle del lago di Como”, una guida pratica per conoscere tutti i luoghi, della provincia di Como, in cui sono stati girati alcuni grandi film del cinema italiano ed internazionale.
Il delegato ha poi fatto notare come in Italia il Cineturismo stenti a decollare, anche per la mancanza di agenzie di viaggio e tour operator dedicati. La governance del territorio, per di più, è un groviglio inestricabile incapace di attuare azioni condivise. Il sistema locale, pertanto, ha bisogno di maggior ordine se vuole promuovere il territorio per mezzo del prodotto cinematografico. Solo in questo modo è possibile giungere al passo successivo: la realizzazione di una filiera del Cineturismo.
Andrea Piqué, Avvocato, nonchè Docente di legislazione cinetelevisiva presso l’Università di Roma Tre, ha debuttato con un interrogativo provocatorio: «Ma perché in Italia il Cineturismo non decolla come deve?» Le ragioni, a suo dire, sono svariate, tra le quali cita la scomparsa delle agenzie di viaggio, la carenza di movie tour e le difficoltà legali (ad esempio non è possibile riprodurre fotogrammi di film per fini promozionali).
Qualcosa, fortunatamente, comincia a muoversi. La nuova Legge Regionale Lazio per il cinema e l’audiovisivo del 14 marzo 2012 è innovativa sotto questo punto di vista; per la prima volta compare il termine Cineturismo in un testo legislativo. L’obiettivo della legge è quello di risolvere il caos esistente nella Regione Lazio in quanto a Film Commission. Con la nuova normativa, in effetti, vengono legittimate due strutture, ossia un’unica Film Commission e il Centro Studi e Ricerca sull’Audiovisivo.
Un’ultima interessante osservazione riguarda il mondo del cinema.
Il cinema negli ultimi periodi si sta localizzando, muovendosi dal globale al locale. In questa nuova ottica i fondi statali saranno sempre meno e il sostegno economico verrà affidato maggiormente ai contributi regionali e ai fondi europei.
Il dibattito è poi passato nelle mani di Elina Messina, PhD in Marketing Turistico e una fra le più autorevoli studiose di Cineturismo.
La Dott.ssa ha rimarcato il valore del marketing nel Cineturismo, un elemento da aiutare e non ignorare. La Film Commission, grazie anche al suo contributo, dev’essere l’ente incaricato di fare da filtro tra cinema e territorio, con il proposito di preservare l’identità di uno specifico territorio e di trasmettere un’immagine che non sia in alcun modo deleteria.
Una dimostrazione di strategia vincente di marketing turistico è rappresentata dai movie walk. A Roma, ad esempio, si sta cercando di sfruttare l’impatto incredibile, sul turismo incoming, che genera il regista Woody Allen (a Londra il suo “Match Point” ha dato origine ad un indotto economico di ben 2 miliardi di sterline), creando il movie walk di 10 film di fama internazionale. Anche la promozione, in conclusione, concorre all’identificazione di un’identità filmica e territoriale da tutelare, stimolare e valorizzare.
Ritornando sulle questione dell’immagine del territorio, Angelo Bencivenga, delegato della Fondazione Eni Enrico Mattei, ha illustrato la mission dell’ultima ricerca, legata per l’appunto al territorio e all’audiovisivo, sostenuta dalla Fondazione in Basilicata.
Il cinema risulta una delle principali motivazioni al viaggio ed un mezzo efficace nel costruire l’immagine percepita dal turista. Nello specifico, l’immagine della Basilicata, stimolata principalmente proprio dall’audiovisivo, parla di un territorio verde e con forti valori culturali e storici.
Il cinema diventa uno dei driver principali che incide più che altro sulle presenze (una motivazione che stimola il turista a soggiornare per più giorni), quando, però, alla base vi è un prodotto turistico o un servizio strutturato. Il delegato ha citato il caso del movie map georeferenziato di Basilicata Coast to Coast, uno dei primi in Italia ed uno fra i più interessanti e di successo.
Il X Congresso Internazionale si è concluso con l’intervento di Paola Abenavoli, autrice di “Un set a sud” e “Sud, si gira”.
L’autrice ha dato risalto alla tendenza, negli ultimi anni, di conferire al Sud un’attenzione rinnovata e speciale. Le produzioni cinematografiche e televisive, difatti, hanno aperto le proprie porte a regioni che in passato non hanno vantato una ragguardevole tradizione audiovisiva, come potevano essere la Sicilia e la Campania. Questa rinnovata attenzione non comporta solo un forte impulso al Cineturismo, ma crea sviluppo, indotto economico, e la nascita di prestigiosi centri di produzione.
Il Sud viene visto oggi con un’immagine diversa, divenuto sia fonte di ispirazione poetica che fonte di racconto. La sfida è quella di riuscire a raccontare questi territori generando, al contempo, attrazione turistica. Le nuove tecnologie, la rete e il location placement sono gli strumenti adeguati per vincere tale sfida.
Il programma dell’8a Borsa delle Location e del Cineturismo è proseguito con il Workshop dal titolo “CineTag e Codici QR: una risorsa concreta per il territorio”.
Adriano Parracciani e Mario Pucci hanno mostrato le potenzialità di questa nuova tecnologia, già consolidata nel Nord Europa nel settore del commercio (acquisti online) e del turismo (informazioni turistiche).
Il Codice QR, un codice a barre bidimensionale che memorizza delle informazioni generalmente decodificate da un telefono cellulare o uno smartphone, incontra il cinema e dalla loro unione nasce quello che è stato chiamato CineTag, un Codice QR verticalizzato proprio sul tema del cinema.
Una delle possibili declinazioni del CineTag riguarda la creazione di un’APP capace di accompagnare il turista nei luoghi del cinema, permettendogli di vivere un’esperienza di realtà aumentata (un connubio di realtà fisica e contenuti digitali). Il cineturista può, in questo modo, rivivere le scene che hanno segnato la storia del cinema nei luoghi stessi in cui questa storia è stata fatta, con l’aggiunta di ulteriori servizi (movie map, condivisione con i social network, contest, sinossi ecc…).
Questa tecnologia dal sapore green dimostra come la nostra vita stia diventando sempre più mobile ed è, per questo motivo, un’innovazione da non trascurare.
Un altro interessante appuntamento del ricco programma della Borsa delle Location e del Cineturismo è stato il Seminario OSA “Realizzare un prodotto Cine-Televisivo: il ruolo della Film Commission nel sostegno dell’industria cinematografica locale”.
Giovanni Cavaliere, Presidente di OSA (Istituto Europeo di Orientamento allo Spettacolo e Arti Visive), ha presentato al pubblico in sala questa nuova realtà, focalizzando l’attenzione sugli ingredienti innovatori che questa nuova realtà apporta. OSA, invero, è il primo istituto itinerante in Italia ad offrire orientamento pre e post-formazione nel comparto audiovisivo. L’istituto punta a valorizzare la professionalità nazionale e a diffondere la conoscenza dell’ampio ventaglio di professioni legate a tali settori. Tramite un orientamento a 360° imparziale e rivolto a tutti, OSA si propone l’obiettivo di modulare la domanda e l’offerta, beneficiando entrambe.
Anna Olivucci, responsabile di Marche Film Commission, è intervenuta con dati alla mano. L’ultimo rapporto dell’ANICA (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche, Audiovisive e Multimediali) parla di un settore florido, con 6000 PMI e 200.000 addetti. Si tratta, in pratica, di un’attività altamente produttiva.
Le Film Commission, come ben sappiamo, mettono a disposizione degli aiuti finanziari che non sono assolutamente a fondo perduto, in quanto servono a creare occupazione e ricchezza sul territorio. «Sono tutti soldi che ritornano».
Il regista Fabrizio Cattani, è intervenuto subito dopo con la propria testimonianza da professionista del settore.
Cattani ha subito evidenziato l’importanza dei fondi (Film Fund o fondi comunali GAL per la promozione del territorio) e delle agevolazioni (tax credit, tax shelter ecc…), di rilevanza vitale per le produzioni. Queste ultime dipendono talmente tanto dai costi di produzione che spesso e volentieri preferiscono scappare (vengono chiamate runaway productions) alla ricerca di finanziamenti. La Film Commission entra in gioco proprio in questo momento, a meno che non ci siano muri a livello regionale, come nel citato caso della Friuli Venezia Giulia Film Commission.
Il seminario si è concluso con le parole di Alessandro Signetto, Responsabile della promozione internazionale del documentario italiano, il quale ha fatto il punto sulla situazione del documentario nella nostra nazione.
In Italia i documentari hanno intrapreso uno sviluppo formidabile, come dimostrano le oltre 600 produzioni indipendenti censite su cinemaitaliano.info. Sfortunatamente si tratta di coproduzioni o autoproduzioni, in quanto in Italia il settore non ha la dimensione economica industriale che ha, ad esempio, in paesi come la Francia.
Le Film Commission dovrebbero essere «interlocutori ovvi ed interessati» ma ciò accade raramente. Basti pensare che l’unico fondo interamente dedicato al documentario è il Doc Film Fund della Torino Piemonte Film Commission. La motivazione è semplice: il documentario ha meno sbocchi e una distribuzione problematica. Per questi motivi il settore è considerato meno interessante e l’autore è lasciato spesso solo con la propria idea.
Il seminario, in conclusione, non ha fatto altro che mettere in evidenzia la necessità di una sinergia ponderata e durevole fra Film Commission, produzioni ed enti locali.
Con la magica cornice del Castello Aragonese a fare da sfondo, si è conclusa l’8a Borsa delle Location e del Cineturismo, tra convegni, workshop, seminari, Film Cocktail, B2B e proiezioni dell’Ischia Film Festival.
Tanti gli spunti e i temi trattati nel corso di quest’ultima edizione. L’intesa necessaria fra gli attori coinvolti, l’importanza dei fondi, del sostegno delle Film Commission, del location placement, delle nuove tecnologie e dell’orientamento sono solo una loro piccola parte.
Il Cineturismo resta un fenomeno turistico e socio-culturale da perfezionare, potenziare e valorizzare. L’Italia, del resto, deve ancora lavorare molto per potersi allineare ad altri paesi che hanno compreso appieno le opportunità del turismo cinematografico. Le basi fortunatamente ci sono tutte.
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