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L'Islanda e le produzioni Americane

24 Agosto 2012

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L’anno migliore per girare film americani… in Islanda

di Jorn Rossing Jensen

L’anno migliore per girare film americani… in Islanda

Dal mese scorso (luglio), il regista americano Darren Aronofsky ha iniziato a girare il suo sesto film, Noah, in location in Islanda. La produzione da 130 milioni di dollari di Disruption Entertainment, New Regency Pictures e Protozoa Pictures racconta la storia biblica dell’Arca di Noé, con Russell Crowe (in foto), Emma Watson, Logan Lerman, Jennifer Connelly e Anthony Hopkins.

Noah prende il posto di Oblivion: il film d’avventura fantascientifica dello statunitense Joseph Kosinski vede Tom Cruise nel ruolo di un veterano mandato in un lontano pianeta per distruggere i resti di una razza aliena, e ha nel cast Morgan Freeman ed il danese Nikolaj Coster-Waldau.

Il piccolo paese nordeuropeo, posto tra Atlantico settentrionale e Oceani Artici, ha una popolazione di 319.575 abitanti, e il 2012 sta per diventare l’anno più importante di sempre per le produzioni internazionali, secondo il film commissioner Einar Hansen Tomasson, Responsabile di Film in Iceland, che promuove l’isola e le sue location con incentivi fiscali del 20% per i produttori stranieri.

"L’incentivo del 20%, che restituisce il 20% dei costi di produzione spesi in Islanda, è ovviamente una ragione importante per spingere i produttori internazionali a girare qui, ma ce ne sono altre: la grande varietà di panorami nel raggio di una-due ore, troupe locali molto preparate e una valuta debole.

"Qui, a breve distanza, trovi spiagge di sabbia nera, deserti neri, grotte, vallate verdi, montagne sulfuree, nevi, ghiacciai, cascate e laghi. Per questo l’Islanda può diventare i Poli, l’Alaska, la Groenlandia, la Russia, la Siberia, il Minnesota, Iwo Jima, l’Himalaya, aggiungendo anche le magiche terre immaginarie del futuro".


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