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"Milano come set vale dieci milioni ogni dieci giorni"

31 Ottobre 2011

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Contri: vantaggi anche per il turismo

Set cinematografico MilanoI cineasti cinesi fuggono a Parigi. Avevano individuato nella città della Madonnina il set ideale per il loro «007» tra lusso e moda. Ma le trappole della burocrazia e, probabilmente, il ritorno della tassa sull' occupazione del suolo pubblico, li avrebbero convinti a trasferire in fretta e furia la produzione. Milano è di nuovo nemica del cinema? «Milano è la città con una delle migliori postproduzioni d' Europa e ha una carta in più da giocare per attrarre le produzioni», risponde con diplomazia Alberto Contri, presidente di Film Commission Lombardia, che negli ultimi 2 anni ha lavorato per semplificare la «filiera» dei permessi e convincere le produzioni a tornare nel capoluogo. Ma si lascia scappare i produttori cinesi. La Cina non è forse la terza nazione al mondo nella produzione di film? «Negli ultimi anni ne ha prodotti 400 all' anno. Noi abbiamo iniziato a spingere per sburocratizzare, portando come esempio la delibera che il Comune di Torino ha fatto nel 2001, proprio per attrarre le produzioni». Lo fanno tutte le Regioni. «Il cinema porta turismo. Un dato? Il Castello di Aglié, dopo aver ospitato il set di Elisa di Rivombrosa, è passato da 2mila a 60mila presenze al mese». Domani in piazza Duomo si girano alcune scene della serie ' I Cesaroni' . «E lo scorso marzo siamo riusciti a portare qui da Torino parte della produzione dell' ultimo film di Marco Tullio Giordana, "La strage di piazza Fontana"». I bene informati raccontano che tra smonta e rimonta di pensiline e semafori, pulizia, permessi abbiano comunque pagato un conto salato di 77 mila euro, mentre Torino era disposta a ricostruire gratis via Larga? «Però almeno al plateatico gratis eravamo arrivati. Ci era voluto un anno per abolire la tassa del suolo pubblico, 400 euro per sei ore». Urbanisti, filosofi, scrittori sostengono che Milano è un set naturale e che il cinema ha bisogno di Milano per interpretare la realtà. «Non resta che appellarsi al sindaco. Penso ai mezzi ingombranti e vecchi ma necessari alle produzioni che sono «Euro zero» hanno bisogno di deroghe. Entrano in città, ma poi rimangono fermi per 3 giorni. Spero non si fermi questo percorso. L' indotto che il cinema porta è immenso. Dieci giorni di produzione hanno una ricaduta per un milione di euro sul territorio che ospita il set. E il cineturismo fa da moltiplicatore per anni».

Paola D'Amico
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Fonte: Corriere.it

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