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Tax credit al 30% dei costi di produzione

29 Gennaio 2016

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sole24ore28 gennaio 2016

 

di  Marco Mele 

 

Tax credit che a regime arriverà dal 15% al 30% del costo complessivo di produzione; estensione all’audiovisivo (fiction,documentari) del credito d’imposta per gli investitori esterni al settore, sinora riservato al cinema; nessuna tassa di scopo a carico delle televisioni e dei produttori di device e nessun Centro Nazionale di Cinematografia (come invece previsto da un Ddl a firma della senatrice Pd Rosa Maria Di Giorgi); più automatismi e meno discrezionalità nel finanziamento diretto del cinema italiano. Sul cinema, inoltre, saranno previsti fondi per la ristrutturazione e la salvaguardia delle sale, oltre ad un aumento di quelli per la produzione.

È un disegno di legge in quaranta articoli quello sul cinema e sull’audiovisivo che, salvo sorprese dell’ultim’ora, dovrebbe essere presentato oggi in Consiglio dei ministri. Il disegno di legge è comunque pronto ed è frutto di un anno esatto di lavoro e discussioni in una sorta di tavolo istituito dai ministeri dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (Mibact) e dal ministero quello dello Sviluppo (Mise), con i rappresentanti del mondo della produzione indipendente e i broadcaster televisivi. Un disegno di legge, comunque, che sarà di iniziativa governativa, proprio a chiarire l’importanza che il governo vuole dare a un ambito – quello del mondo audiovisivo – in cui gli interessi in gioco sono tanti e alle volte anche conflittuali fra i vari attori della filiera.

Quanto al tax credit, la legge di Stabilità lo ha già legittimato per le coproduzioni e le produzioni destinate ai mercati internazionali. Le quota, a questo fine, varranno anche per i film italiano ma non in lingua italiana. Un broadcaster che non investe il 10% del fatturato netto annuo potrà o compensare nell’anno successivo o versare quanto non ha investito in un apposito Fondo presso il Mibact. Sarà anche istituito un Registro delle opere audiovisive.

Sulle quote e sui diritti vi è una delega per un apposito decreto interministeriale. Prima del quale si svolgeranno dei tavoli di co-regolamentazione, sul modello inglese, al quale parteciperanno anche gli operatori. L’obiettivo del decreto sul credito d’imposta sarà che quanto dichiarato come credito d’imposta vada interamente al prodotto, evitando elusioni e aggiramenti.

 

(Fonte: Sole24ore)


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