Fuori da coro

(Di Francesca R. Gentile)

E fu così che il sogno nel cassetto di un cuoco siciliano emigrato in America divenne realtà. Stiamo parlando di Sergio Misuraca, oggi regista dell’opera prima Fuori dal Coro, che negli anni ’90 scelse di lasciare la Sicilia per partire alla volta degli Stati Uniti, a Los Angeles. Tra le tante affascinanti città statunitensi, la scelta cadde sulla metropoli californiana per l’amore che il giovane nutriva per il cinema. Qualcosa accadde, precisamente un incontro con Robert De Niro in persona, ma non come cineasta, bensì come cuoco. A quanto pare, passare da dietro ai fornelli a dietro la cinepresa è possibile: lo stessa neo regista ammette che l’aria di Hollywood ha influenzato positivamente il suo stile e, soprattutto, gli ha dato la forza di non smettere di crederci. Ed ecco che dal 4 Giugno, al cinema, troveremo Fuori dal Coro, un esperimento di un ironico giallo tutto siculo. Abbiamo avuto l’opportunità di fare due chiacchiere con il regista durante la conferenza stampa.

“Arrivato in America, Il mio sogno è stato completamente messo da parte perché dovevo vivere, e così ho lavorato nel ristorante dove uno dei proprietari era Robert De Niro. Oltre a lui venivano tante star, ma non ho mai avuto il coraggio di andare a dirgli “voglio fare un film” e così ho continuato a cucinare spaghetti aglio e olio. Il mio sogno l’ho ripreso tornato in Italia, 5/6 anni fa” ci spiega Misuraca. “Ora ho un ristorante messicano, El Bocadido, e un Bed & Breakfast, dove ho ospitato la troupe” continua il regista che negli anni americani si è imbattuto in sale cinematografiche che proiettavano film classici italiani. Inoltre, timidamente, ci confessa che nei suoi sogni era proprio Robert De Niro ad interpretare il protagonista del suo film. “Non ha visto il film, ma spero riesca a vederlo” afferma il regista con occhi sognanti. “Girare questo progetto non è stato facile, è un film sudato perché non ho ricevuto alcun aiuto da parte della Sicilia Film Commission. Inizialmente, infatti, c’era il timore di non portare alla fine le riprese, ma ce l’abbiamo fatta!”.

Come nasce il titolo del film?

“Il titolo Fuori dal Coro nasce prima della sceneggiatura. L’ho scelto perché rispecchia un film fuori dagli schemi e soprattutto perché i miei genitori fanno parte di un coro”.

Nel suo lavoro ci sono numerose citazioni. Ha qualche modello da cui prende ispirazione?

“I miei modelli sono la commedia classica italiana di Monicelli e Dino Risi, senza dimenticare il primo Alessandro Piva, quello de ‘La Capagira’. Tra gli americani, invece, adoro Tarantino, Guy Ritchie e Martin Scorsese”.

Anche il direttore della fotografia, Giuseppe Pignone, ha voluto dirci la sua: “Fuori dal coro è un film composto da tre atti. Ogni atto mutando di genere, dando la possibilità alla luce, nell’arco della narrazione, di essere una delle componenti fondamentali che sottolinea il passaggio da un genere all’altro”. L’autore delle musiche di Fuori dal Coro è Lello Analfino, leader dei Tinturia, già autori delle musiche dell’ultimo film di Ficarra e Picone: “Questo progetto mi ha fatto capire cosa significhi la determinazione, il “volere raggiungere un obiettivo”. Ecco cosa rappresenta per noi Fuori dal coro. Sergio Misuraca è per me una sorpresa. Un regista che sa far innamorare le persone raccontando, in modo semplice, una storia normale che ha voluto condire con le mie musiche, traendo spunto da generi che vanno dal folk alla techno”.

Fonte: Primissima


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