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“Hobbit” e i suoi fratelli , è boom del turismo da film

06 Gennaio 2015

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Turismo nuova zelandaNuova Zelanda, pienone di turisti in cerca dei luoghi della saga fantasy.
Entrare nella Terra di Mezzo, ma quella vera, costa appena 44 euro. Peccato che ci si debba aggiungere un biglietto aereo impegnativo: investimento evidentemente sostenibile per migliaia di tolkienmaniaci che anche dagli antipodi stanno arrivando in pellegrinaggio a Hobbiton. Cioè a Matamata nella regione di Waikato, Isola del Nord della Nuova Zelanda, non lontano da Auckland: è lì che il regista Peter Jackson, furioso perfezionista e ri-creatore dell’universo di Tolkien per le trilogie del Signore degli Anelli e dello Hobbit, ha ricostruito la Contea di Frodo, Bilbo e compagnia (dell’anello). Ed è lì che per il 2015 ci si aspettano 340 mila visitatori, gasati dalla visione della Battaglia delle 5 armate e impazienti di provare lo sformato di manzo alla Locanda del Drago Verde.
Mentre in Italia va in malora Pompei, qui su un set si è infatti costruita un’industria. Dal 2009 al 2014 anche per merito del ricasco tolkeniano gli introiti legati al turismo in Nuova Zelanda sono più che triplicati, da 11 a 37 milioni di dollari, con l’8% in più di presenze: perché pochi si accontentano del villaggio degli Hobbit, sia pure «costruito con pietra e legno e non con il polistirolo», come si pavoneggiano le brochure ufficiali; vogliono vedere Mordor e vanno al Tongariro National Park, o Gran Burrone (Kaitoke), il Monte Fato (il vulcano Ngauruhoe), le Montagne Nebbiose (le Remarkable, sull’Isola del Sud). Ci scappa l’avventura culturale, con la visita alla comunità Maori di Te Puia, e il frisson naturalistico, con il geyser Pohutu e le grotte Waitomo e Ruakuri. E poi si finisce il tour a Wellington, la capitale, agli studi Weta dove il kolossal fantasy è stato corredato di effetti speciali, dove furono realizzate pure le Cronache di Narnia e dove Peter Jackson progetta di fondare un museo.
Hobbiton è il caso più macroscopico ma non certo l’unico: a Londra ormai l’abbazia di Westminster e il Tower Bridge sono stati ampiamente surclassati, come attrazioni turistiche, da The Making Of Harry Potter, lo studio dove è cominciata l’avventura del maghetto creato da J.K. Rowling: non solo le location del film, ma la concreta possibilità di vedere ciò che si cela dietro le quinte di Hogwarts. Ma anche la Norvegia dopo il cartoon Disney Frozen ha visto aumentare il turismo del 153%: tutti in cerca della magica Arendelle, teatro delle vicende delle sorelle Elsa e Anna. Mentre l’Irlanda del Nord è invasa da fan della serie tv Trono di Spade.
D’altra parte, senza trascurare Pompei, è una via percorribile anche dalla nostra industria del turismo, dove già Torino, prima città in Italia, offre una mappa-itinerario di luoghi da film e ottengono un gran successo le location siciliane di Montalbano, Castellabate nel Cilento dove venne girato Benvenuti al Sud, il Salento della pizzica e dei film di Ferzan Ozpetek e Rosolini in Sicilia scelto da Ficarra e Picone per Andiamo a quel paese. A ciascuno i suoi hobbit.

Fonte: LaStampa


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